Uno degli ultimi lavori del Professor De Leo e del Professor Trabucchi, pubblicato su International Psychogeriatrics.
“I nostri anziani sono più esposti alle conseguenze del Covid-19. La fragilità causata da comorbilità rende le persone in età avanzata particolarmente vulnerabili all’infezione di questo nuovo coronavirus, le cui caratteristiche sono ancora in parte sconosciute. Ciò che è chiaro è che gli adulti più anziani muoiono più frequentemente rispetto alle fasce di età più giovani, ovunque nel mondo […] La salute mentale dei nostri anziani è particolarmente messa in discussione: si sentono spaventati dalle notizie e consapevoli che, se infetti, non riceverebbero la stessa attenzione di individui più giovani […]. I contatti con i caregiver sono ora ridotti al minimo, con la solitudine e l’abbandono che diventano una realtà lancinante. Controllare l’assunzione regolare di terapie farmacologiche può diventare problematico; anche mangiare correttamente e mantenere l’igiene personale ad un livello sufficiente può essere abbastanza difficile. Ciò può aumentare il senso di demoralizzazione e disperazione nelle persone. Diversi sono stati i casi di suicidio segnalati dai media in questi giorni (Gazzettino, 2020) […]”